LAVORAZIONE DEL CAFFE’: IL METODO LAVATO
Ormai lo abbiamo imparato: il gusto del caffè può variare per tante ragioni. Dopo aver scoperto le caratteristiche della lavorazione con metodo naturale, andiamo ora ad approfondire il metodo lavato, definito anche “umido” o “wet”.
Se nella lavorazione naturale le ciliegie sono semplicemente lasciate asciugare al sole, il metodo lavato o in umido prevede invece che le drupe appena raccolte vengano immerse in vasche di acqua: questo serve a separare le ciliegie che hanno raggiunto il perfetto livello di maturazione da quelle immature o che presentano dei difetti, le quali galleggiando sono quindi rimosse.
A questo punto, le drupe sono fatte passare attraverso macchine spolpatrici che in un flusso continuo di acqua rompono buccia e polpa liberando i chicchi ancora coperti da mucillagine e dal pergamino.
I chicchi sono poi avviati alla fermentazione in grandi vasche con o senza acqua dalle 8 alle 72 ore, in modo che la mucillagine fermenti e si decomponga.
Terminata questa fase, i chicchi di caffè sono immessi in vasche o in canaline di cemento dove vengono lavati e infine asciugati al sole come per il metodo naturale.
Giunti a questo punto il caffè viene fatto passare attraverso macchine decorticatrici che spezzano il pergamino senza danneggiare i chicchi.
Come riconoscere il caffè lavato?
Il caffè lavato è riconoscibile grazie alla riga argentea presente nel solco centrale e detiene un maggiore livello di acidità, un corpo medio e un’ottima complessità di aromi che ricordano il cacao, gli agrumi ma anche delicate note floreali.
Il caffè lavato non è più o meno buono del caffè naturale; è diverso e capace di aggiungere sensazioni più fini ed intense alla tazzina.